domenica 6 maggio 2018

Oro e dollaro. Perché uno scende e uno sale

_________________________________________________________

ISCRIVITI PER RIVECERE IN OMAGGIO L'EBOOK CON LE MIE 3 STRATEGIE PREFERITE PER GUADAGNARE SUL FOREX

Email:
L'oro torna a vedere quota 1.315 dollari l’oncia. La distensione tra le due Coree e il rimbalzo del dollaro hanno zavorrato le quotazioni dell’oro, sceso ai minimi delle ultime sei settimane. I valori si sono attestati intorno ai 1.315 dollari l’oncia, con una flessione di poco inferiore all’1 per cento. Dal massimo relativo dell’11 aprile (1.370 dollari) la flessione è intorno al 4 per cento. Graficamente l’oro si sta avvicinando al supporto in area di 1.300 dollari: si tratta di un livello strategico che negli ultimi due anni ha rappresentato un valido spartiacque per la tendenza del metallo giallo.

L’abbandono di questa soglia potrebbe alimentare nuove vendite. Sono venuti meno gli acquisti legati al’oro come bene rifugio alla luce degli sviluppi geo-politici in Asia. L’incontro tra i leader della Corea del Nord e del Sud con la promessa di pacificazione, dopo l’armistizio firmato 65 anni fa, e soprattutto l’annuncio della chiusura del sito per i test nucleari da parte di Kim Jong-Un hanno portato un clima di maggiore distensione internazionale. L’azionario internazionale ne ha tratto benefici e i flussi di investimento continuano a privilegiare in questa fase gli asset più sensibili al rischio.

A tenere sotto pressione i valori dell’oro ha inciso pesantemente anche la dinamica del dollaro, che ha messo a segno un vistoso rimbalzo: il dollar index è salito ai massimi da inizio anno. In questo contesto acquistare oro, fuori dall’area dollaro, diventa più costoso e la domanda ne risente. Per quanto riguarda le evoluzioni del biglietto verde i riflettori sono puntati sull’esito del Fomc della Fed in programma mercoledì: gli ultimi dati macro, a partire dal Pil, confermano il gran momento dell’economia Usa suffragata da trimestrali aziendali superiori alle attese. Il mercato vuol capire se ci saranno altri due o tre rialzi dei tassi.

I rendimenti obbligazionari nel frattempo continuano a salire e se il rendimento del governativo decennale è balzato al 3%, ai massimi da oltre 4 anni, quello che sorprende maggiormente è l’appiattimento della curva con il balzo del biennale al 2,5%. Lo spread tra biennale e decennale è sceso ai minimi di 50 punti base: gli asset in dollari sono particolarmente remunerativi se confrontati a quanto accade in Europa e in Asia e tutto questo va a sfavore dell’oro che non paga dividendi. 

Neanche lo spettro della ripresa dell’inflazione al momento sembra dare un sostegno significativo al metallo giallo. Il rendimento reale del governativo decennale, depurato dall'inflazione, è salito allo 0,76% nelle ultime settimane, al massimo da oltre 4 anni. Il rialzo del rendimento reale è un indicatore molto sensibile per il prezzo dell’oro e fasi di rialzo di questo rendimento si accompagnano a fasi non troppo positive per l’oro.

_________________________________________________________

ISCRIVITI PER RIVECERE IN OMAGGIO L'EBOOK CON LE MIE 3 STRATEGIE PREFERITE PER GUADAGNARE SUL FOREX

Email:

_________________________________________________________

ISCRIVITI PER RIVECERE IN OMAGGIO L'EBOOK CON LE MIE 3 STRATEGIE PREFERITE PER GUADAGNARE SUL FOREX

Email:

0 commenti:

Posta un commento