sabato 4 giugno 2016

Tassazione Forex - dichiarazione fiscale dei conti e guadagni con broker esteri

Se operi sul Forex dovrai pagare le tasse sui guadagni. Nulla di diverso rispetto agli investimenti tradizionali in azioni o obbligazioni, ma con il mercato delle valute ci sono due complicazioni in più:

  1. la maggioranza degli intermediari del Forex non fa da sostituto di imposta per lo Stato italiano. Questo significa che sarai tu a dover calcolare, dichiarare e pagare le tasse sui tuoi guadagni di trading. In pratica sei automaticamente nel cosiddetto sistema dichiarativo, dove sei tu che dichiari i guadagni (a differenza del classico sistema amministrativo in cui è la banca a far tutto: calcoli e versamenti). Ci sono poche eccezioni come Fineco.
  2. i broker forex hanno quasi tutti sede all'estero. In pratica quindi , anche se non ne eri del tutto consapevole, è come se avessi un conto corrente all'estero. Devi quindi dichiarare i capitali fuori dall'Italia (cosiddetto monitoraggio dei capitali all'estero che si fa compilando il quadro RW di Unico), pagare l'Ivafe (in pratica l'analogo del bollo italiano, con alcune differenze), dichiarare i redditi e interessi (come già visto nel punto precedente).
Il boom del Forex degli ultimi anni ha portato molti italiani ad aprire conti trading con broker forex stranieri. Peccato che poi spesso, non sappiano che devono dichiarare i capitali e pagare le tasse. Una situazione pericolosissima, soprattutto ora con lo scambio internazionale dei dati bancari e finanziari e la voluntary disclosure.
In pratica ora tutti gli intermediari dei principali paesi (anche quelli dove solitamente hanno sede gli intermediari del Forex) segnaleranno automaticamente i capitali depositati da investitori italiani. Per cui sarà facile per il fisco incrociare i dati: se non hai dichiarato nulla in RW e negli altri riquadri reddituali, ti arriverà l'avviso di accertamento. E il problema è che spesso questo avviso non arriva subito, ma l'ultimo anno buono (ormai per quasi tutti i paesi 5 anni, in alcuni casi 10 anni). Questo perché l'Agenzia delle Entrate ha tempo 5-10 anni per accertare le regolarità ed essendo indietro con il lavoro, ogni anno si occupano degli arretrati che stanno per scadere. 

Tale sistema, unito all'inconsapevolezza dei trader del Forex in merito a dichiarazioni fiscali e tasse, fa sì che questi per molti anni sia ignaro degli obblighi fiscali e nessuno glieli ricordi. Poi tutto di un tratto si troverà a dover recuperare tutti gli ultimi anni in una botta sola. E tra interessi e sanzioni, o è un vero campione del trading, o andrà pesantemente in rosso (e tieni conto che gli obblighi di monitoraggio, con relative sanzioni, sussistono anche se non hai ottenuto guadagni sul trading).

E' quindi opportuno mettersi in regola quanto prima, anche se non lo hai fatto l'anno scorso, dichiarando subito capitali e redditi. Ricorda che ogni anno dichiari la posizione fiscale dell'anno precedente (es. ora, a maggio-giugno 2016, dovrai dichiarare ciò che hai versato e guadagnato nel 2015).

Come fare? Non è difficile ma ci sono tante cose da sapere, tanti dettagli che ti potranno anche far risparmiare evitando di pagare o dichiarare quando non serve. Senza andare da costosi commercialisti, ti consigliamo questa  guida completa sulla Dichiarazione Fiscale Forex. Sarai più tranquillo e sicuro e a posto con il Fisco.