martedì 22 maggio 2018

Dollaro vs Euro, dove può arrivare la moneta americana?

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Con l’ulteriore apprezzamento dell’1.0% a due settimane si conferma l’orientamento rialzista che ha caratterizzato il Dollar Index nell’ultimo trimestre. I valori dell’indice mostrano una tendenza crescente rispetto alla moving average a tre mesi. Il sostegno continua a giungere dalle attese di un progressivo abbandono della politica monetaria dovish della Fed a fronte di un’economia che, nonostante alcuni recenti segnali in parte deludenti ma considerati transitori, continua a confermare il proprio buono stato di salute.

Non mancano però elementi d’incertezza sul piano geopolitico che favoriscono la ricerca di protezione e quindi dello USD. A tal proposito ci si riferisce sia al protezionismo commerciale che vede coinvolti da protagonisti gli Stati Uniti e la Cina sia alla questione delle sanzioni imposte dagli USA all’Iran in relazione agli armamenti nucleari.

L’euro sull’orizzonte temporale quindicinale ha perso terreno nei confronti delle principali currency, penalizzato dai rinnovati segnali di rallentamento dell’economia europea, forniti anche dal dato sul PIL tedesco al Q1 2018 - inferiore al Q4 2017 - che ha deluso le attese. In un tale contesto c’è da aspettarsi un supporto monetario accomodante della BCE. A tal riguardo, in occasione dell’ultimo meeting, il board non ha discusso di tapering anzi ha confermato i tassi di riferimento ai minimi storici e ha ribadito che resteranno a tali livelli anche dopo il QE.

Lo yen continua a rimarcare il ritracciamento negativo nei confronti del biglietto verde, mentre, rispetto all’euro si è mosso in recupero confermando quanto avvenuto a livello trimestrale e dall’inizio dell’anno. La valuta nipponica continua ad esser favorita, seppur meno rispetto allo USD, dalla condizione risk low e dal cauto ottimismo degli investitori.

Relativamente alla sterlina inglese si segnala un calo nei confronti del dollaro che prosegue dall’inizio dell’anno mentre la valuta inglese si è mossa in controtendenza rispetto allo scorso mese nei confronti dell’euro. Secondo indiscrezioni stampa la Gran Bretagna vorrebbe proporre a Bruxelles di rimanere nell’unione doganale oltre il 2021 dal momento che non è ancora stato raggiunto un accordo interno in merito a tale tema.

Il dollaro canadese ha proseguito il trend di rafforzamento. Tra i principali driver si segnalano sia la ritrovata forza del prezzo del petrolio sia le recenti dichiarazioni di Trump che si è impegnato a trovare presto un accordo con il Canada per la ridefinizione del NAFTA. Tali negoziati restano, perciò, fondamentali per un’economia che vende circa il 75% del proprio export negli USA.

La corona svedese ha risentito positivamente delle parole del vice governatore della Riksbank che ha ipotizzato un rialzo dei tassi entro la fine dell’anno motivato dai recenti dati macro che confermano una forte ripresa economica. Resta comunque prematuro un cambio di direzione della politica monetaria.

Continua nel trend di discesa rispetto all’euro e allo USD il dollaro neozelandese. Il mercato rimane focalizzato sul primo budget annuale del nuovo governo di centro-sinistra.

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