domenica 18 agosto 2019

Bitcoin e oro gli investimenti del momento

La tensione riesplosa sui mercati finanziari sulla scia della guerra commerciale Usa-Cina ha riportato sotto i riflettori gli asset rifugio e nella categoria è entrato a pieno titolo anche il Bitcoin. La criptovaluta è stata ben comprata durante le pesanti vendite che hanno interessato il comparto azionario. In particolare il fenomeno che è apparso evidente è il ritorno di una spiccata correlazione positiva con l’oro. Spesso in passato il Bitcoin è stato definito come ”l’oro digitale” sottolineando il suo ruolo di bene di investimento nelle fasi di incertezza.

Si tratta di due strumenti ben diversi: il Bitcoin non è regolamentato mentre l’oro con gli strumenti collegati lo è. Anche durante la crisi legata al referendum Brexit, nell’estate del 2016,la reazione che si era registrata sul mercato aveva visto le criptovalute muoversi in sintonia con l’oro. Nelle ultime sedute il Bitcoin ha registrato un vera e propria impennata.
Graficamente ha realizzato un doppio minimo poco sopra i 9mila dollari a fine mese, poi con l’inizio di agosto e il tweet di Trump sui dazi sono partiti acquisti che hanno spinto le quotazioni in area 12mila. Si tratta di una resistenza molto importante che fa da spartiacque: all’inizio del 2018 aveva impedito nuovi rialzi lasciando spazio al deciso crollo dei mesi successivi. Per rivedere i massimi storici in area 20mila è necessario che i valori si mantengano sopra 12mila dollari.

 Nell’ultimo anno la correlazione tra Bitcoin e dollaro è stata bassa mentre negli ultimi tre mesi è schizzata a 0,8 (la correlazione positiva massima è pari a +1 mentre quella negativa massima è pari a -1). Negli ultimi tre mesi l’andamento di oro e Bitcoin è andato in sintonia quasi nel 60% dei casi.

Probabilmente è prematuro parlare di una nuova asset class difensiva, come quella delle criptovalute. L’orizzonte statistico è ancora limitato ma stanno crescendo le occasioni di crisi sui mercati durante le quali gli acquisti difensivi si concentrano parallelamente su oro e criptovalute. Per quanto riguarda il metallo giallo le ultime sedute hanno segnato la rottura dell’importante resistenza psicologica di 1.500 dollari l’oncia, aggiornando nuovi massimi da oltre 6 anni. Difficile individuare un target verso l’alto. Molto dipenderà anche dalle dinamiche dei tassi Usa e del dollaro. Nel breve l’oro potrebbe indebolirsi con ritorni al di sotto di area 1.440 dollari.

Tra le nuove forme di investimento redditizio ricordo anche il P2P Lending tramite cui si possono ottenere rendimenti tra il 10 e il 12%.

giovedì 15 agosto 2019

Nuovi broker fraudolenti, attenzione alle liste Consob

Da tempo vi informiamo delle liste Consob sui siti di forex e investimenti non autorizzati. Purtroppo finora doveva esser l'investitore attento ad informarsi sul sito Consob. Ora finalmente la Consob stessa può procedere ad oscurare questi siti.
I primi siti chiusi nel corso dell’ultimo mese sono stati : www.allglobalmarkets.com, www.marketsxchange.com, www.sigmafortrade.com e www.swisscfd.com. La Commissione guidata da Paolo Savona per la prima volta ha utilizzato i poteri conferiti dalle norme del decreto crescita (legge 58 del 28 giugno 2019).

La Consob, secondo le nuove disposizioni, ora ha la facoltà di agire direttamente sui gestori delle infrastrutture delle Tlc ordinando loro l’oscuramento dei siti a rischio rendendoli inaccessibili al pubblico dei risparmiatori italiani. Non è stato un cammino semplice. Sino al 2017, infatti, la Commissione di controllo, nei confronti delle frodi online, aveva armi spuntatissime. Anche nei confronti dei più plateali e irridenti tentativi di frode al risparmio attraverso il web, i suoi poteri di intervento si limitavano alla divulgazione di blandi warning nei confronti degli intermediari on line non autorizzati a operare. Il tutto in un “ambiente” in cui i siti pirata si moltiplicavano a centinaia, in origine con società incardinate a Cipro e a Malta e poi trasferite alle Grenadines, alle Isole Marshall e in una situazione di sostanziale anomia.

 Nel 2018, con il recepimento della Mifid 2 e i conseguenti aggiornamenti del Testo unico della Finanza (il decreto 58/98) le sue facoltà di intervento si sono rafforzate grazie all’introduzione dell’articolo 7 octies che recita «La Consob può, nei confronti di chiunque offre o svolge servizi o attività di investimento tramite la rete internet senza esservi abilitato ai sensi del presente decreto: a) rendere pubblica, anche in via cautelare, la circostanza che il soggetto non è autorizzato allo svolgimento delle attività indicate dall'articolo 1, comma 5; b) ordinare di porre termine alla violazione».

Poco ma meglio di niente. E infatti lo stesso anno dell’introduzione di questa nuova norma la Consob ha provveduto a 184 ordini di cessazione delle attività, anche se (va detto) i siti internet corsari si presentavano spesso dopo soli pochi giorni dall’ordine con una veste diversa, un nome diverso e un’altra società traslocata in altri Stati esotici. Non poteva però agire direttamente per imporre la loro chiusura senza un’esplicita denuncia all’Autorità giudiziaria. Cosa che richiede tempistiche più lunghe, poco adatte alla rapidità d’intervento che il mondo telematico impone alle autorità di vigilanza.

Con il decreto crescita anche questo vincolo è stato eliminato. Ora la Consob ha il potere di ordinare l’oscuramento dei siti ai gestori delle reti di Telecomunicazioni. E lo ha fatto.

martedì 13 agosto 2019

Quanto è sicura Mintos? Ecco come misurare il rischio

sicurezza mintos
Mintos è la più grande piattaforma al mondo di peer to peer lending (P2P) che consente di mettere a contatto finanziarie che propongono i loro prestiti con investitori di tutto il mondo. E' stata lanciata nel gennaio 2015 e attualmente serve 59 emittenti di prestiti (finanziarie) e oltre 100.000 investitori da 73 paesi. Dall'inizio a intermediato qualcosa come più di 1,5 miliardi di euro, livelli che raggiungono solo le banche italiane di medie dimensioni. Dal 2017 la società è in utile, ciò denota l'ottimo stato di forma del sistema che da allora è in costante e veloce crescita.

Come investitore su Mintos puoi trovare diverse proposte con tassi di interesse dal 6 al 20%. In media la maggior parte dei prestiti ha tassi di interesse dal 10% al 14%. Il rendimento medio netto su tutta la piattaforma è del 12,14% annuo.

Basterebbe questo a farti capire come il sistema sia già solido e sicuro. Io stesso, inizialmente diffidente, dopo aver cercato forme di investimento alternativo visto gli alti-bassi della Borsa, ed aver scartato le solite cose come forex, opzioni etc. che richiedono troppo tempo al computer, ho approcciato questa forma di investimento.

Ho iniziato con 5.000 euro depositati immediatamente (anche per sfruttare meglio il bonus di apertura). Sono stato piacevolmente sorpreso già in fase di apertura: procedura veloce ed efficace con riconoscimento tramite foto (telecamera pc o smartphone). In 10 minuti avevo fatto tutto, bonifico incluso arrivato il giorno dopo. Ero quindi già pronto a partire.

Per prima cosa ho impostato i miei filtri scegliendo solo finanziamenti in euro, coperti da garanzia (la buyback guarantee per cui in caso di ritardo di 60 giorni nel pagamento, subentra la finanziaria che rimborsa capitali e interessi, doppia sicurezza quindi), società con rating medio-alto, finanziamenti current cioè senza ritardi. Poi ho impostato durata massima (term) a 36 mesi e tasso di interesse minimo al 10%. Ovviamente questi criteri sono soggettivi ma io mi sento confidente con questi. Il fatto di aver la doppia garanzia mi assicura a cercare comunque investimenti con buon rendimento, senza eccedere nel rischio. Alla fine è facile ottenere, senza spinger troppo, un rendimento annuo del 11-12%. Tanta roba, ancor di più di questi tempi.

Alla fine, una volta soddisfatto dei filtri, imposto la mia strategia di autoinvestimento (in pratica clicco su Create autoinvest portfolio), inserisco i valori di singolo investimento (per diversificare il portafoglio ho messo minimo 20 e massimo 50 euro per prestito. Ovviamente dipende anche da quanto capitale hai investito).

Tutto molto semplice ed il bello è che poi è praticamente tutto in automatico in quanto man mano rimborsano i finanziamenti, il sistema li rinveste (se ovviamente la tua strategia di investimento in automatico non è troppo restrittiva). All'inizio avevo timore che ci avrei messo giorni ad investire tutti i 5.000 euro, invece tutto è stato velocissimo ed efficiente. Ammetto che i primi giorni è stata un po' una droga, mi collegavo più volte per vedere novità. Ora seguo solo la mattina, ma anche qui per il gusto di esser aggiornato visto che poi tutto è in automatico. Consiglio comunque di collegarsi spesso (almeno una volta a settimana) quanto meno per esser aggiornato sulle novità, bastano due minuti.

Se vuoi avere il bonus di benvenuto che ti offre un rendimento maggiorato dell'1% sui tuoi investimenti iniziali, ti basta aprire il conto da questa pagina.

ps. per saperne di più su strategie di investimento e tassazione dei guadagni del social lending, guarda la guida al P2P Lending

venerdì 9 agosto 2019

Saxo Bank Svizzera sotto il tiro di Generali. Cosa succede ai clienti italiani?

Banca Generali accelera sugli investimenti in Svizzera e tratta l’acquisto di Saxo Bank a Zurigo. Secondo le indiscrezioni discussioni sono in corso per rilevare la controllata della banca danese tra i Cantoni: un veicolo che consentirebbe di ottenere la licenza bancaria al gruppo guidato da Gian Maria Mossa.

Il dossier è parte della strategia di Banca Generali tra i Cantoni: lo stesso amministratore delegato Mossa ha manifestato l’intenzione di esportare il modello di business nel private banking in territorio elvetico, dove Banca Generali ha già acquisito nei mesi scorsi il wealth manager Valeur. L’accordo più probabile sarebbe appunto con Saxo Bank, banca danese presente con una propria controllata in Svizzera.

L’intesa sarebbe probabile per due ordini di motivi: in primo luogo Saxo ha stretto ormai da tempo buone relazioni con Banca Generali. In secondo luogo la controllata svizzera di Saxo Bank ha la licenza bancaria ed è un veicolo al momento utilizzato dall’istituto danese per sviluppare il solo business del trading. Quindi non si accompagna a masse gestite.

L’espansione in territorio elvetico di Banca Generali, dopo la ritirata di qualche anno fa della casa madre, è uno dei punti di rilievo presenti nel piano industriale 2019-2021 presentato nello scorso dicembre a Londra. La banca guidata da Mossa prevede per il 2019-2021 un flusso cumulato di raccolta netta superiore ai 14,5 miliardi di euro, di cui 12,6-14,4 miliardi riferiti all’attuale perimetro e 2,1-3,4 miliardi dalla raccolta netta delle nuove attività in Svizzera.

Proprio a questo proposito Banca Generali ha acquisito Valeur Fiduciaria Sa, boutique di wealth management con sede a Lugano fondata da Alida Carcano. Valeur Fiduciaria, costituita nel 2009, gestisce masse per 1,326 miliardi di franchi svizzeri. La strategia è focalizzata sullo sviluppo su mercati favorevoli all’industria della consulenza del private banking, come appunto quello svizzero.

L’acquisto di una licenza bancaria tra i Cantoni permetterebbe ai banker italiani di poter offrire un servizio complementare ai propri clienti. C’è da dire che in questi ultimi anni c’è stata grande attenzione, da parte dei gruppi esteri, a rilevare attività in Svizzera. Banca Generali si è dunque mossa con estrema cautela in questi mesi, anche con l’obiettivo di pagare l’asset il giusto prezzo. Allo studio sarebbero quindi almeno tre dossier, ma in pole position ci sarebbe comunque la controllata di Saxo Bank. Già nello scorso maggio Banca Generali e Saxo Bank hanno stretto un’alleanza in Italia, lanciando sul mercato BG Saxo, una piattaforma che permette di accedere a oltre 30.000 strumenti finanziari, realizzata da due realtà leader nei rispettivi ambiti professionali: un accordo nato con la volontà di unire l’esperienza e la qualità del servizio di consulenza private di Banca Generali e la specializzazione ad alto valore tecnologico di Saxo Bank.

Saxo Bank è una delle banche svizzere consigliata all'interno della Guida Conto in Svizzera, in particolare per chi fa trading o vorrebbe aprire un conto online.

mercoledì 7 agosto 2019

Compilazione quadro RW e RT per i bitcoin e le criptovalute

Dal punto di vista pratico, per poter compilare il quadro RW e il quadro RT della dichiarazione dei redditi si deve considerare che di norma il detentore di criptovalute intrattiene rapporti, in diverse valute, presso più piattaforme informatiche. Le “finzioni” in RW Dovendo quindi assimilare la valuta virtuale a una valuta a corso legale, si ritiene sia necessario procedere ad alcune “finzioni”: considerare ciascuna piattaforma come se si trattasse di una banca e ciascun conto valutario (“criptovalutario”) come se fosse un deposito o conto corrente (benché - come ricordato nella pagina precedente - non sia soggetto all’Ivafe di 34,20 euro).

Accadrà pertanto che per ciascuna valuta virtuale presente su una singola piattaforma verrà indicato: ? come valore iniziale il valore della giacenza della valuta stessa all’inizio del periodo di imposta ovvero all’inizio del periodo di detenzione (colonna 7); ? come valore finale (colonna 8) il valore medio di giacenza di tutte le valute virtuali detenute presso la stessa piattaforma. Come si è precisato nella pagina precedente, non dovrà essere compilato il codice dello Stato estero, in quanto il wallet provider si limita a fornire uno strumento (un software o un supporto elettronico) idoneo a consentire all’utente di conservare e trasferire la propria valuta virtuale, a volte fornendo un servizio di rendicontazione, ma non riceve la valuta in consegna, né assume alcuna responsabilità riguardo alla sua custodia.

Redditi e imposte 

Per quanto riguarda i quadri reddituali della dichiarazione, si osserva che sia le cessioni a termine, sia quelle a pronti (con scambio immediato di una valuta contro una valuta differente) , possono generare plusvalenze nell’ambito dell’articolo 67, comma 1, lettera c-ter del Testo unico: riferimento normativo che considera imponibili le plusvalenze derivanti dalla cessione di valute estere, non solo se cedute a termine, ma anche quando siano «rivenienti da depositi o conti correnti» per i quali la giacenza media superi un controvalore di euro 51.645,69 per almeno sette giorni lavorativi continui nel periodo d’imposta, se la valuta ceduta deriva da prelievi da portafogli elettronici (wallet). La giacenza deve essere calcolata sulla base del rapporto di cambio al 1° gennaio, rilevato sul sito dove il contribuente ha acquistato la valuta virtuale o in mancanza su siti similari.

Non è chiaro quale sia il cambio da utilizzare nel caso in cui la valuta virtuale non esista alla data del 1° gennaio. Una soluzione potrebbe essere quella di indicare il primo cambio disponibile dell’anno. La plusvalenza deve essere poi indicata nel quadro RT del modello Redditi. Per l’identificazione delle cessioni avvenute e il conseguente calcolo della plusvalenza si utilizza il metodo «Lifo», cioé Last In First Out: quindi l’ultimo acquisto è quello che si presume ceduto per primo. Le eventuali plusvalenze tra importo pagato all’acquisto della criptovaluta e quanto incassato alla cessione devono essere assoggettate all’imposta sostitutiva del 26 per cento. In merito al costo di acquisto, deve essere individuato nell’importo del bonifico effettuato sulla piattaforma per acquistare le criptovalute.

Fonti: