Da tale livello l’euro ha ripreso a rafforzarsi sulla scia di tassi ufficiali elvetici saldamente negativi e di nuove esternazioni che definivano il franco “sopravvalutato”: ciò ha portato la moneta comune al nuovo top degli 1.115 (38.2% Fibonacci) da cui è partito a febbraio 2016 un nuovo trend di indebolimento fino al supporto (dapprima resistenza) degli 1.063. Questo deprezzamento è derivato dal ruolo di bene rifugio svolto dalla divisa svizzera di fronte sia al caso Brexit sia al crescente consenso raccolto nel continente dalle forze contrarie all’UE.
E’ stato infatti in coincidenza con la vittoria di Macron che il rapporto ha lasciato definitivamente 1.063 per riprendere il trend rialzista iniziato da 0.859: il movimento ha avuto un’accelerazione a luglio 2017 quando nuove esternazioni della SNB sulla sopravvalutazione del franco hanno determinato anche il golden cross delle medie mobili a 25 e 100 osservazioni. Dopo un ritracciamento a fine gennaio 2018, riconducibile all’esplosione di volatilità registrata dai mercati azionari, l’euro, sostenuto dal supporto a 1.148 (23.6% Fibonacci), ha ripreso veementemente a salire trovando però in 1.200 (livello del precedente cambio fisso) una forte resistenza.
Da quest’ultima soglia infatti il rapporto è tornato sul citato supporto a causa dell’emergere della questione italiana all’interno dell’UE: la crescita dello spread Btp-Bund a maggio 2018 ha favorito infatti la ricerca di sicurezza così come, in agosto, la questione turca; il cambio è quindi sceso a 1.120 da cui, grazie al sostegno della media mobile a 100 osservazioni, ha effettuato un significativo rimbalzo che in ottobre si è però infranto, in seguito al peggioramento del sentiment delle borse, sulla resistenza (prima supporto) di 1.148. Il pessimo finale d’anno che ha caratterizzato l’equity ha trovato riflesso in una nuova flessione del cross dovuta all’apprezzarsi del franco in veste di safe heaven: ciò ha riportato le quotazioni a fine 2018 nuovamente a 1.120.
Con il passaggio al 2019 il cambio di sentiment sulle borse, avvenuto grazie ai progressi nei colloqui USA-Cina e alla svolta dovish della Fed, ha determinato una nuova fase di recupero per il cambio che è riuscito ad oltrepassare le medie mobili a 25 e 100 osservazioni: l’ulteriore conferma consistente nella rottura di 1.148 proietterebbe i prezzi fino a 1.175.
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