lunedì 14 marzo 2016

Cambio euro dollaro. Previsioni dopo la BCE

Se l’Europa ha in mano una piccola chance per evitare un’altra fase recessiva, bisogna ringraziare un solo uomo: Mario Draghi. Il presidente della Bce, a margine della riunione di giovedì scorso all’Eurotower, ha deciso di aumentare il quantitative easing nonostante i ripetuti inviti a desistere arrivati della parte più ostracista del board (quella tedesca), che non votava per le nuove regole di «turnover» dei membri.

La Bce, d’ora in poi acquisterà titoli di stato e (novità) obbligazioni corporate della zona euro per un ammontare totale di 80 miliardi di euro al mese, venti in più rispetto ai termini precedenti. Draghi, tuttavia, non si è fermato qui, ma ha anzi raddoppiato decidendo di attivare quattro nuove operazioni di finanziamento agevolato (Tltro) per gli istituti bancari europei, a cominciare dal prossimo giugno, e che tra l’altro permetteranno di rifinanziare la prima fase di Ltro. Contestualmente però, il numero uno di Francoforte ha anche abbassato i tassi di riferimento per prendere denaro in prestito dalla Bce, portandoli di fatto in negativo. Le banche verranno praticamente remunerate (fino allo 0,4%) per prendere denaro dalla banca centrale.

Con quest’ultimo coup de théatre, il presidente della Bce, ha messo con le spalle al muro il sistema bancario europeo che non avrà più alibi per non far veicolare il denaro verso l’economia reale. Una rivoluzione. È infatti la prima volta che il governatore punta in maniera così decisa verso l’economia reale, lasciando a bocca asciutta chi si aspettava un aumento sconsiderato del quantitative easing, per salire sul carro della speculazione. Draghi invece ha dato prova di equilibrio con misure che potrebbero far migliorare gli indicatori macroeconomici della zona euro nel breve/medio periodo.

Sicuramente poi, c’è stato un ritorno della fiducia. Finalmente agli annunci si sono susseguiti i fatti, a differenza della scorsa riunione della Bce di dicembre scorso. Allora, furono disattese le aspettative dei mercati finanziari, mantenendo invariati i tassi e soprattutto non aumentando il Qe. Le conseguenze sono storia recente. Ora però c’è qualcosa su cui appigliarsi per ripartire, sperando che dall’altra parte dell’oceano vengano gestiti bene eventuali rialzi dei tassi, mentre dalla Cina arrivino segnali di una stabilizzazione del rallentamento in atto.

Non dimenticando la mina vagante rappresentata dal petrolio e dalle strategie geopolitiche che ci gravitano attorno. In tutto questo l’euro/dollaro sembra ancora non aver deciso quale strada prendere rimanendo saldamente all’interno del trading range che ha contraddistinto finora il 2016. Il cambio ha chiuso la settimana a ridosso di 1,1150 dollari ed è sempre bene non fare nulla e rimanere a guardare, in attesa di segnali operativi più chiari. Come potrebbe essere la rottura rialzista della resistenza di 1,1450 dollari, o quella ribassista di 1,0750 e poi dei minimi a 1,05 dollari.

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lunedì 7 marzo 2016

Afx Capital altro broker forex non autorizzato finisce sotto inchiesta

Afx Capital, la vela cipriota fermata da Consob e Gdf La succursale italiana di una entità dell’isola sotto inchiesta a Milano e multata da Vegas per abusivismo finanziario

Prima la Consob, poi la sua omologa di Cipro (la CySec), poi le Fiamme gialle, poi la procura di Milano. Tutti a pedinarli, seguirli, multarli, indagarli. Sono sotto stretto monitoraggio almeno dal 2013 i consulenti e i promotori abusivi (così li ritiene la Consob) della Afx Capital Market Ltd, società riconducibile a Manuela Mazzacco, al marito Mario Persichino e a Stefano Duo.

Afx Capital, nota anche per la sponsorizzazione di prestigiose regate internazionali nel circuito del Rc44 Championship Tour, oltre che per una partnership con il Chiasso calcio, era da tempo nel mirino dell’authority guidata da Giuseppe Vegas per alcune attività giudicate borderline e promosse da una rete di consulenti (battezzati introducing broker) che operavano in luogo di normali promotori finanziari nei mercati Forex (Foreign exchange) e nel t rading on line.

L’ultimo atto è l’apertura di un’inchiesta del primo dipartimento della procura della repubblica di Milano (coordinatore Francesco Greco). Il fascicolo è sulla scrivania del Pm Maurizio Ascione. La delega per le indagini è del Nucleo valutario della Guardia di Finanza. Un’inchiesta a lungo passata inosservata ma che coinvolge un sistema di raccolta abusiva di risparmio articolato in una rete che si avvaleva sia di procacciatori, sia di consulenti, sia di promotori finanziari regolarmente iscritti all’albo, ma con mandati di altre società di distribuzione e collocamento. Un network di una trentina di persone per una raccolta complessiva stimata per difetto, come spesso accade in questi casi, in una trentina di milioni.

La società viene iscritta nel luglio del 2010 nell’elenco delle imprese di investimento comunitarie (Cipro, almeno la parte greca, è sottoposta alla normativa Ue). Nell’agosto dello stesso anno viene ammessa all’elenco delle imprese a libera prestazione di servizi d’investimento. Nel dicembre del 2010 riceve l’ok per avviare il servizio ricevimento e trasmissione ordini e per la tenuta di cassette di sicurezza. Passano due anni e la Consob dispone la prima ispezione che dura quattro mesi da settembre a dicembre del 2012.

L’ispezione porta alla scoperta di un’attività irregolare di promozione finanziaria fuori sede e a un primo provvedimento ingiuntivo (delibera 18.422 del 21 dicembre 2012) cui fa seguito un’altra delibera due anni dopo (la 18.792 del 5 febbraio 2014) che porta a un provvedimento sanzionatorio che dispone una multa di 330mila euro. Contro la delibera veniva proposto appello che veniva respinto dalla Corte d’Appello di Milano nel giugno del 2014. A quel punto però la Consob aveva riscontrato elementi tali da potere ravvisare ipotesi di reato plausibili. Di qui alla trasmissione degli atti e alla denuncia alla magistratura il passo è stato breve. Cosa che non si può certo dire delle indagini, se è vero che a distanza di quattro anni dall’apertura dell’istruttoria Consob ancora non si è giunti a una richiesta di archiviazione o di rinvio a giudizio.
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