martedì 23 luglio 2019

Previsioni euro-dollaro per agosto 2019: due scenari

cambio euro dollaro
Le prossime due settimane saranno bollenti sul mercato delle valute e in particolare sull’euro/ dollaro. Si comincia giovedì 25 luglio con la riunione della Banca Centrale Europea. Non potendo toccare il tasso d’interesse sulle operazioni di rifinanziamento principale (tasso Tur) già a zero, l’istituzione finanziaria potrebbe sorprendere il mercato con una ulteriore riduzione del tasso dei depositi presso la banca centrale di 10 punti base, portandolo così dall’attuale -0.40% a -0.50%, attestandosi di conseguenza ad un nuovo minimo storico.

Alcuni analisti inoltre stimano che una delle ultime mosse del presidente Mario Draghi potrebbe essere quella di far ripartire il Qe all’inizio dell’autunno con acquisti nell’ordine di 15 miliardi di euro al mese. Dalla sua parte, Draghi ha l’ultimo dato macroeconomico sull’inflazione che ha visto, nel mese di giugno, attestarsi all’1,3%, dato ancora abbastanza lontano rispetto al target del 2% del mandato della Bce. Se così fosse, è molto probabile che sull’euro/dollaro si assista ad una discesa, anche importante, della moneta unica europea.

Il cambio di riferimento tra l’economia europea e quella americana potrebbe così andare a rompere il supporto dinamico di breve termine con il minimo del 18 giugno scorso a 1,1180 dollari e venutasi a creare con l’unione e la successiva estensione dell’altro minimo segnato il 9 luglio a 1,1193 dollari. L’incrocio con questa trend line si trova a ridosso di 1,12 dollari poco sotto la chiusura di settimana a 1,1220 dollari. In caso di violazione ribassista, il primo obiettivo è a 1,1175 dollari per poi scendere verso i minimi di 1,1130/1,1120 dollari. Sarà proprio quest’ultimo livello, l’ultimo baluardo prima di una discesa di medio termine più importante con primo obiettivo 1,1010 dollari.

Non bisogna però fare i conti senza l’oste, rappresentato dalla Federal Reserve. Durante la prossima riunione del 31 luglio, la banca centrale degli Stati Uniti, sarà alle prese con la necessità di tagliare i tassi di almeno lo 0,25%. La necessità deriva dal fatto che oramai questo taglio del tasso i mercati già lo scontano e a dire la verità scontano in parte anche un taglio nella riunione di settembre. Se queste previsioni dovessero essere rispettate è molto probabile che la tendenza dell’euro/dollaro segua la via precedentemente spiegata, con un rafforzamento conseguente del dollaro.

Tuttavia, l’ostilità del presidente Usa, Donald Trump, verso un biglietto verde forte potrebbe indurre Jerome Powell a fare qualche sorpresa sulla forward guidance della Fed. Se così fosse, il cambio potrebbe essere destinato a salire. I livelli da monitorare in tale situazione sono la resistenza di 1,1325 dollari. Nel caso questa barriera venga meno, l’obiettivo rialzista successivo si trova a 1,14 dollari. Il livello successivo è a ridosso dei massimi relativi di metà gennaio 2019, intorno a 1,1540 dollari. Oltre c’è 1,16 dollari, altro livello spartiacque, superato il quale si aprirebbe una fase rialzista di medio termine. In mezzo a tutto questo ci sono i forex trader che non vedono l’ora di avere un po’ di volatilità sui cambi.
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lunedì 1 luglio 2019

Previsioni franco svizzero per l'estate 2019

Come spesso accade nei periodi di tensione, il franco svizzero torna a farsi sentire. Come si può notare dall’andamento dell’euro/franco, la continua discesa del cambio, rispetto ai massimi relativi d’inizio maggio di 1,1425 franchi, rispecchia quasi fedelmente il crescendo dei timori sull’economia mondiale. Con la violazione ribassista del supporto statico a 1,1150 franchi, avvenuta nella seduta del 20 giugno scorso, l’ipotesi di un’ulteriore corsa al franco si rafforza. Da segnalare che dopo la rottura ribassista e il conseguente movimento che ha portato al minimo del 25 giugno a 1,1060 franchi, il cambio è ripartito al rialzo per andare a ritestare l’ex supporto, ora diventato resistenza, a 1,1150 franchi.

Questa configurazione è tipica dell’inizio di una fase ribassista. Solo un’inversione, con ritorno sopra la resistenza di 1,1150 franchi, annullerebbe la possibile fase discendente. I forex trader si stanno comunque fregando le mani perché l’attuale impostazione permette un’operatività con il rapporto rischio e rendimento abbastanza contenuto. Supponendo un’entrata short intorno ai prezzi della chiusura settimanale a 1,11 franchi, lo stop loss sull’euro/franco va messo, come anticipato, sopra la resistenza di 1,1150 franchi. Gli obiettivi sono però molto interessanti. Il primo risulta essere in area 1,1060 franchi, sui minimi dell’ottava appena passata, mentre il secondo è in area 1,0980 franchi, in corrispondenza dei massimi relativi del 10 maggio 2017.

Il vero obiettivo però si trova a 1,0826 franchi, sui minimi di giugno 2017. Per operare bisogna essere ben consapevoli che si sta andando contro il volere della banca centrale svizzera che potrebbe attuare qualche manovra eccezionale da un giorno all’altro per tentare di fermare il rafforzamento della propria moneta. Durante la scorsa riunione del board della Bns (Banque National Suisse), avvenuta il 13 giugno scorso, alcuni segnali sono infatti arrivati in tal senso. La banca centrale ha infatti ribadito la propria disponibilità a intervenire se necessario sul mercato dei cambi, considerando la situazione valutaria complessiva. Bisognerà poi vedere gli effetti dell’introduzione del nuovo tasso guida che sostituisce il precedente calcolato come obiettivo per il Libor a tre mesi.

Secondo il governatore Thomas Jordan, tale cambio risiede nella mancanza di garanzie sul futuro del Libor. Il volume di operazioni del mercato monetario su cui si basa il Libor si è fortemente contratto e quindi anche la sua base di calcolo è stata messa in discussione. «Dato che la nostra politica monetaria ha un orientamento di medio termine abbiamo deciso di adeguare già ora la nostra strategia» ha spiegato Jordan. Nello specifico, le previsione di inflazione si sono sempre basate sull’assunto di un tasso di interesse invariato lungo l’intero periodo considerato, pari a tre anni. L’attuale previsione si estende quindi per la prima volta oltre la fine del 2021. La politica monetaria della banca centrale rimarrà dunque accomodante ancora per molto tempo con la possibilità di ulteriori misure eccezionali, come dichiarato dal governatore.