lunedì 12 giugno 2017

Previsioni euro sterlina dopo le elezioni

Alla fine di tutto, in termini assoluti, il cable non ha neanche perso così tanto. Ecco, nel dettaglio, quello che è successo: alle ore 23 italiane di giovedì sera, sono usciti i primi exit poll sul risultato elettorale in Gran Bretagna, che prevedevano una vittoria del partito conservatore con però una perdita di seggi in Parlamento (come poi confermato). Dopo essersi dunque manifestata la peggior situazione possibile a livello politico, con un parlamento «impiccato›› (senza una maggioranza assoluta), la sterlina è crollata di due figure e mezzo (250 punti circa) passando da 1,2960 dollari a 1,2711 dollari nell'arco di due minuti. Nonostante il movimento immediato sia stato abbastanza impressionante, in termini assoluti la sterlina è rimasta ancora molto forte e ben lontana dai minimi sotto 1,20 dollari.

Tecnicamente però, l'impostazione del cambio è fortemente negativa sul breve/ medio periodo, essendo passata sotto il supporto statico di quota 1,2770 dollari e solo un ritorno al di sopra di tale quota potrebbe invalidare il segnale short. Il target più interessante di un eventuale movimento ribassista è individuato in area 1,2450 dollari dove il cambio andrebbe a incrociare una trend line discendente, partita con il massimo relativo del 6 dicembre e venutasi a formare con l”unione dellialtro massimo relativo del 2 febbraio a 1,2670 dollari.

Prima di questo obiettivo ci sono però dei livelli intermedi che potrebbero frenare il raggiungimento del target, ossia quota 1,2650 dollari e 1,2588 dollari. Per quanto riguarda l”euro/sterlina, il movimento è stato più o meno lo stesso (ma ovviamente con direzione opposta), con la moneta unica europea che si è apprezzata fortemente portando il cambio a rompere una resistenza statica che durava dal novembre scorso (a eccezione di una sbavatura registrata a metà gennaio). L'impostazione sull'euro/sterlina è ora al rialzo ma sembra che, contro la sterlina, la divisa europea sia meno forte rispetto al dollaro. Il cambio ha infatti chiuso la settimana a ridosso dell”ex resistenza (ora diventata supporto) di 0,8770 sterline e se si dovesse andare al di sotto di tale livello è possibile che il cambio decida di andare a chiudere il gap che si è registrato nella sera di giovedì scorso.

mercoledì 7 giugno 2017

Il primo conto in Bitcoin

L’economia giapponese dà qualche segnale di risveglio (5 trimestri consecutivi di crescita), ma l’inflazione resta troppo bassa e la Boj promette di continuare a schiacciare a zero i tassi sui decennali. Per i risparmiatori nipponici, mettere i soldi in un conto bancario tradizionale equivale in pratica a tenerli nel materasso: gli interessi sono talmente minimi da risultare “virtuali”. Per gli audaci, si profilano una serie di alternative virtuali più attraenti. Per la prima volta, ad esempio, stanno per essere disponibili conti di deposito a tasso fisso che offrono ben il 5% l’anno. In moneta solo digitale.

La “borsa” Coincheck li sta lanciando in bitcoin, proponendo 4 piani di risparmio-investimento: un tasso annuale dell’1% se il deposito in bitcoin è vincolato per 14 giorni, il 2% per un mese, il 3% per tre mesi e il 5% per un anno. Di solito, i detentori di bitcoin li lasciano online come se si trattasse di un c/c senza interessi: semmai la moneta virtuale guadagna, anche molto, in…conto capitale.

Psicologicamente, però, la possibilità di spuntare interessi potrebbe diventare un’opportunità in grado di suscitare l’attenzione di più vaste fasce di utenza, stanche di tassi zero. Per i più sofisticati, GMO-Z.com Coin, una affiliata giapponese di GMO, sta lanciando una nuova piattaforma online di bitcoin che consentirà di operare come se si trattasse di un mercato di derivati, con un leverage fino a 5 volte l’investimento effettivo. Secondo la Japan Cryptocurrency Business Association, sono 18 le società che stanno richiedendo o considerando di richiedere la licenza per aprire borse in monete virtuali con l’obiettivo di proporle come nuova opzione di investimento.
La Financial Services Agency giapponese non ha sposato una linea severa e ha già chiarito che depositi in moneta virtuale come quelli di Coincheck non ricadono sotto la normativa bancaria. Ma se il numero di utenti esplodesse è probabile che questo tipo di servizi andrà incontro a una regolamentazione. Le banche giapponesi, considerate tradizionaliste, stanno aprendosi alle monete virtuali.

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lunedì 5 giugno 2017

Come proteggersi dal rischio cambio nel Forex

Sarò telegrafico: copertura del rischio di cambio (hedging), dove va usata e dove è invece possibile accettare una limitata esposizione valutaria in un portafoglio ben diversificato sia geograficamente sia come asset e prodotti (Etf e Sicav). Il portafoglio è importante ma siamo di fronte a un investitore prudente e avveduto. Grazie per le vostre idee e il vostro lavoro.

La valuta è da sempre considerata il termometro dell’economia di una nazione, dipendendo in gran parte dal livello dei tassi e dalla bilancia commerciale del Paese ed ha sempre costituito un punto nodale nella costruzione di qualsiasi portafoglio. Oggi è possibile suddividere gli investimenti valutari in due grandi categorie: Paesi “evoluti” (G8) ed emergenti o altro. In entrambi i casi l’investimento si espone a dei rischi.

«Nel caso dei cosiddetti “Paesi evoluti”», spiega Jacopo Ceccatelli di Marzotto Sim, riferendosi tipicamente i Paesi occidentali o del G8, «i livelli di rendimento obbligazionario sono talmente esigui che un brusco movimento della valuta potrebbe facilmente cancellare i guadagni già magri. Nel secondo gruppo i rendimenti sono più generosi ma la volatilità è tale da poter cambiare velocemente lo scenario sia in positivo che in negativo con elevati rischi di volatilità.

In considerazione anche dell’aumento di fattori non di mercato quali eventi geopolitici, nuove regolamentazioni dobbiamo aspettarci dalle valute in generale un livello di volatilità più alto che in passato quando i cambi venivano influenzati quasi esclusivamente dalle politiche monetarie e dai dati macroeconomici. In riferimento al portafoglio “prudente” al quale si riferisce il lettore, ci sentiremmo di escludere quasi del tutto le valute del secondo gruppo (rinunciando a un bel po’ di rendimento) che fanno spesso riferimento a paesi politicamente turbolenti come attualmente il Venezuela o il Brasile o con un’economia molto concentrata su di uno specifico settore come il petrolio come ad esempio la Russia».

«Nell’ambito del gruppo dei Paesi “emersi”, lo yen è la valuta che desta almeno in linea teorica minori preoccupazioni», spiega Ceccatelli. «Anche se l’economia non riesce a risollevarsi dalla situazione di stallo che dura da oltre un decennio, il Governo è stabile e la valuta nipponica ha sempre offerto “protezione” nei momenti di crescente incertezza globale, fornendo così anche un ottimo elemento di diversificazione. Il dollaro Usa è il grande punto interrogativo del momento.
Da un lato è sempre stato espressione di una economia forte e di un Governo stabile al punto da apprezzarsi molto durante le fasi di crisi. Dall’altro le attuali vicende lo stanno penalizzando molto. In merito al biglietto verde riteniamo che il grosso dell’indebolimento derivi dal newsflow relativo ai presunti contatti tra Trump e la Russia durante la campagna elettorale. A fronte di questi elementi che lo indeboliscono, persiste una situazione economica robusta e un ciclo di politica monetaria restrittiva che è di sostegno.
Lo scenario possibile quindi è che una volta dissipati i timori di un impeachment l’attenzione torni sui dati concreti e che il dollaro possa tornare su livelli più interessanti».

 Anche per quanto riguarda la sterlina il quadro è abbastanza complesso, il protrarsi dei negoziati per l’uscita dall’Unione Europea aggiunge un livello di volatilità del tutto imprevedibile. «Le elezioni anticipate indette dal premier Theresa May rafforzeranno probabilmente il Governo con un possibile rimbalzo della valuta britannica, ma l’esito dei negoziati è talmente incerto da poter impattare sulla valuta in maniera del tutto imprevedibile», conclude Ceccatelli.