lunedì 22 luglio 2013

Previsioni euro–dollaro. Investimento prudente

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Credo che i momenti di incertezza siano i più difficili da gestire; pazientare per un evento che dia il via a un nuovo ciclo, che frequentemente arriva nei tempi e nei modi diversi da quelli attesi, è un esercizio non facile: stare in attesa nel trading, come nelle mille pieghe della vita, è difficile. Anche alla luce delle più accurate analisi per identificare il timing migliore per entrare in gioco, a volte il movimento laterale sembra non finire mai e ogni volta che prendiamo posizione per la rottura della parte alta o bassa del range restiamo scottati, perché tutto rientra nella calma del trading range. In questi momenti adottare una strategia di investimento basata sul cash puro (acquistare o vendere spot una certa divisa contro un’altra) sembra la soluzione meno proficua; l’incertezza del movimento si traduce in improvvisi cambi di direzione che inducono il più delle volte a stoppare la posizione con conseguenti perdite secche non sempre di piccola entità.

Alla luce di quanto detto, una possibile soluzione potrebbe essere posizionarsi nel mercato attraverso le opzioni. In linea generale si può dire che, pagando un premio upfront, possiamo proteggerci dalle oscillazioni avverse del cambio, senza però rinunciare ad andamenti favorevoli. Nato originariamente per coprire il rischio cambio legato alle transazioni commerciali, questo strumento sempre più spesso viene utilizzato per il trading e, se maneggiato con le giuste accortezze, può rivelarsi assai profittevole e con un livello di rischio decisamente contenuto. Per comodità del lettore ricordiamo che l’acquisto di un’opzione call equivale a una posizione lunga sul sottostante, mentre un’opzione put equivale a una posizione corta sul sottostante. Il costo dell’opzione, che chiameremo premio, rappresenta la perdita massima che lo speculatore deve sostenere nel prendere posizione e, se consideriamo l’estrema incertezza e l’indecisione che caratterizzano questi ultimi mesi, offre un approccio decisamente più sereno e distaccato verso il mercato.

Tralasciando le tecnicalità sul pricing/ valutazione delle opzioni, cercheremo di evidenziare i vantaggi di una posizione tramite opzioni verso una posizione spot utilizzando come case study la decisione della Bce di inizio maggio e il relativo impatto sull’andamento dell’euro/dollaro. Come si aspettavano i maggiori player di mercato, il 2 maggio la Bce ha tagliato il tasso di riferimento di 25 basis point, portandolo al minimo storico dello 0,50%. Il taglio è stato accompagnato da dichiarazioni di alcuni membri del consiglio che aprivano le porte a ulteriori riduzioni ipotizzando anche tassi in territorio negativo; per contro l’istituto centrale ha mostrato un po’ di riluttanza verso ulteriori forme di facilitazione creditizia (ad esempio l’aumento dell’importo di titoli da acquistare).

Sullo sfondo di questa decisione ci sono i dati negativi provenienti dalle maggiori economie europee (Italia, Spagna e Francia), a eccezione della Germania che, diversamente dalle aspettative, fa uscire dati positivi (Industrial output +1,2 vs +0,5), e la generale situazione dell’Eurozona i cui rischi sono ancora spostati al ribasso. In un contesto cosi definito l’euro/dollaro non ha mostrato evidenti segni di cedimento. In particolare nel giorno della decisione il cambio da 1,3150 è rimbalzato fino 1,3210 per poi ricadere in area 1,3050 e tornare nuovamente in area 1,3150 nelle 12 ore successive. Non si può negare che sia il taglio del tasso sia le dichiarazioni di apertura a tassi negativi avrebbero dovuto spingere il cambio verso un livello inferiore, rispetto a quello attuale, in considerazione anche dei buoni dati americani usciti poche ore dopo il meeting della Bce (aprile Non-Farm Payrolls a 165K rispetto al consenso a 148K). Una spiegazione può essere ricercata nell’outflow di capitali dalla divisa nipponica a causa delle continue svalutazioni che hanno portato gli investitori verso la zona euro e in particolare verso i titoli dei paesi periferici (Italia, Spagna, Portogallo) a più elevato rendimento.

Questa potrebbe essere la causa del restringimento degli spread (in Italia a 250 punti base ai minimi dal 2011) e della relativa forza dell’euro/dollaro. Ulteriore informazione che avvalora questa tesi è il dato sugli acquisti di titoli stranieri da parte degli investitori giapponesi nel periodo dal 22 aprile al 3 maggio per un totale di 510 miliardi di yen e un saldo netto a favore degli acquisti. A mio parere, una volta terminati questi flussi di riallocazione, il mercato si focalizzerà maggiormente sui dati macro e il cambio Eur/Usd potrebbe cominciare a muoversi verso il basso con un obiettivo per fine anno in area 1,2000. Come si diceva, l’acquisto di un’opzione, oltre a fornire un buon buffer temporale, offre anche un’ampia protezione su possibili perdite derivanti da rimbalzi guidati da rumor o da false interpretazioni di qualche dato macro. In particolare potrebbe rivelarsi una valida strategia per il 2013 l’acquisto di una opzione Eur put Usd call su un orizzonte temporale di sei mesi per aumentare le probabilità di centrare il possibile movimento al ribasso.

Lo strike in area 1,2900 sembra un livello interessante in considerazione del fatto che l’opzione costa circa 200 punti base (spot ref 1.3150) spostando il break even a 1,2700, che è proprio il livello di rottura tecnico che potrebbe aprire la strada verso 1,2000. Infatti, come possiamo osservare dal grafico, anche l’analisi tecnica sembra avvalorare la nostra ipotesi. Assumendo che la formazione testaspalle abbia un corretto sviluppo, vediamo che alla rottura della neck line situata in area 1,2700, l’obiettivo si situa in area 1,20/1,17 ovvero ribaltando dalla neck line la distanza tra la testa della figura 1,37, la base delle spalle 1,27. In questi momenti di incertezza bisogna cercare di mettere insieme tutti i pezzi del puzzle, pianificare una strategia, metterla in atto e aspettare: avere pazienza molte volte paga più di ogni repentino cambio di idea. Inoltre bisogna evitare di lasciarci influenzare da discorsi demagogici quando si parla di opzioni. Molte volte sono una valida alternativa per mitigare il rischio.

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