domenica 7 luglio 2013

Perché è crollato l’oro

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crollo-oro-investireSubito dopo l’intervento della banca giapponese è accaduto qualcosa di altrettanto importante. L’oro ha registrato la più grossa perdita degli ultimi 20 anni, una caduta vicina a un quinto del suo valore nel giro di due giorni. Qual è la spiegazione?
Nei mercati dove si negoziano i metalli circola un sospetto: dietro quella «legnata» c’è una regia delle banche centrali con una parte attiva svolta dalla Federal Reserve. Il crollo verticale dei prezzi è stato alimentato da un ordine in vendita di 28 miliardi di dollari ben visibile a tutti, chi può permettersi simili esposizioni? Le banche centrali hanno voluto lanciare ai mercati un segnale: i soldi delle iniezioni di liquidità immessi devono essere impiegati nell’acquisto di azioni e titoli governativi periferici europei.

Ed in effetti è quello che sta accadendo, delle piazza finanziarie azionarie si è già detto quanto ai titoli di stato: il rendimento del Btp a 10 anni, per esempio è sceso in poche settimane di 110 centesimi, passando dal 4,90% circa al 3,80%. In Spagna le cose non sono andate diversamente sempre il titolo a 10 anni ha registrato una discesa dal 5,00% al 4,20%.

La discesa dei rendimenti sui titoli di stato e il contestuale apprezzamento ha fatto salire il valore delle banche italiane per la stessa ragione per cui quando ci fu invece un innalzamento del famoso spread i bancari crollarono. I bilanci delle banche sono pieni di governativi tricolore. I titoli degli istituti di credito pesano sul listino italiano oltre il 30% e così quando salgono si portano dietro tutta Piazza Affari.

Ma torniamo al punto, cosa c’entra dunque il crollo dell’oro con l’afflusso di liquidità a periferici e alle azioni? Se come accaduto altre volte le manovra espansive delle banche centrali finivano per premiare anche le materie prime gli effetti positivi delle iniezioni erano annullati dai rialzi dei prezzi delle commodity. Quando petrolio, alluminio e rame lievitano di prezzo contribuiscono ad alimentare aspettative di rialzo dei prezzi al consumo e quindi potenziali minacce inflazionistiche. L’inflazione finisce, poi, per mangiarsi le aspettative di crescita a parità di reddito disponibile. Un pericolo da scongiurare.

Messaggio ricevuto, nessuno dopo il crollo dell’oro delle ultime settimana pensa più di investire sul metallo giallo e in altre materie prime sfruttando l’onda della liquidità delle banche centrali.
L’oro ha finito per essere il bersaglio preferito per due motivi. Il prezioso è diventato l’indicatore più sensibile dell’annacquamento della moneta, stampare soldi finisce per fargli perdere di valore. Il grafico dei prezzi dell’oro è praticamente sovrapponibile all’andamento dell’espansione del bilancio delle banche centrali. Sabotato il «termometro», le manovre saranno meno suscettibili di valutazioni e critiche.

L’oro è poi la seconda materia prima a scopo di investimento dopo il petrolio. Si compra a prescindere dalle necessità industriali e commerciali. Negli indici delle commodity ha un peso rilevante, affossare l’oro vuol dire, come poi lo è stato, penalizzare quasi tutte le materie prime.

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