giovedì 2 maggio 2013

Previsioni Forex 2013

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Una delle follie che capita di ascoltare in questa fase e che allontana sempre più la politica dal Paese reale e dai suoi drammatici problemi è l'ipotesi ventilata da taluni dell’uscita dall'euro. Questa sì sarebbe una garanzia per il definitivo tracollo del Paese e per la sua disgregazione.

Questa «soluzione» provocherebbe infatti la crescita a dismisura del debito pubblico detenuto da investitori esteri, il tracollo del valore delle attività finanziarie detenute dalle famiglie rispetto agli altri Paesi, un conto salatissimo sull'acquisto delle materie prime e del petrolio, un calo drammatico del potere d'acquisto reale di salari e stipendi, un incremento insopportabile del costo per interessi sopportato dallo Stato, il ritorno dell'inflazione.

E questo solo per citare le conseguenze maggiori, oltre a tornare ad essere considerati un Paese poco credibile dal punto di vista finanziario. conseguenze terribili che spiegano perché alla fine nessuno esce mai dall'euro, anche quando si trova in condizioni estremamente drammatiche.
Per fortuna, come ricorda Draghi, l'Eurozona non è un sistema a porte scorrevoli. E comunque se il problema della nostra economia fosse davvero il cambio eccessivo dell' euro nei confronti del dollaro ho l'impressione che la questione si risolva progressivamente da sola. Tanti sono gli indicatori che spingono in questa direzione.

In generale l'Europa, e la zona euro in particolare, sarà per molto tempo ancora caratterizzata da livelli di crescita assai contenuta. Anche gli Stati Uniti hanno problemi strutturali drammatici, a cominciare dal livello di debito pubblico: detto questo, la flessibilità e la capacità di crescere di questa economia è assai più forte di quella europea. Risolvere il problema del debito in un contesto di crescita è estremamente più semplice.

E già nel secondo semestre, gli Stati Uniti dovrebbero recuperare un buon ritmo di crescita. Un altro fatto strutturale che depone a favore del dollaro più forte nei confronti dell'euro è che, mentre il primo mantiene la sua posizione largamente dominante come valuta di riserva a livello mondiale, lo stesso non avviene per la moneta unica che perde invece posizioni a vantaggio di altre monete come ad esempio lo yuan cinese ed il real brasiliano.

Se queste ultime realtà accelerassero il loro processo verso un 'effettiva convertibilità delle proprie valute, riducendo controlli e vincoli, migliorerebbero ulteriormente le loro posizioni. Ma il cambiamento strutturale più rilevante a favore dell'apprezzamento a medio termine del dollaro deriva dall'indipendenza energetica degli Usa. Ormai si parla apertamente di «shale revolution » indicando le conseguenze epocali che la possibilità di estrarre gas, a lungo non estraibile, a causa delle «rocce serbatoio» praticamente impermeabili in cui il gas si trova.

Oggi, attraverso la perforazione orizzontale e la fratturazione idraulica, l'operazione è non solo possibile, ma anche economicamente conveniente. In tempi non lunghi quindi gli Stati Uniti diventeranno totalmente indipendenti da un punto di vista energetico e aumenteranno la propria capacità competitiva grazie al costo contenuto dell'energia. Questo porrà non pochi problemi ai concorrenti e in primis all' Europa, la quale è abbastanza indietro nei processi di sfruttamento di queste risorse (anche se Polonia e Francia hanno giacimenti rilevanti). E questo pure depone a favore di una rivalutazione del dollaro. L'investitore con una prospettiva di medio-lungo termine non potrà fare a meno di tenerne conto.

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