giovedì 15 agosto 2019

Nuovi broker fraudolenti, attenzione alle liste Consob

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Da tempo vi informiamo delle liste Consob sui siti di forex e investimenti non autorizzati. Purtroppo finora doveva esser l'investitore attento ad informarsi sul sito Consob. Ora finalmente la Consob stessa può procedere ad oscurare questi siti.
I primi siti chiusi nel corso dell’ultimo mese sono stati : www.allglobalmarkets.com, www.marketsxchange.com, www.sigmafortrade.com e www.swisscfd.com. La Commissione guidata da Paolo Savona per la prima volta ha utilizzato i poteri conferiti dalle norme del decreto crescita (legge 58 del 28 giugno 2019).

La Consob, secondo le nuove disposizioni, ora ha la facoltà di agire direttamente sui gestori delle infrastrutture delle Tlc ordinando loro l’oscuramento dei siti a rischio rendendoli inaccessibili al pubblico dei risparmiatori italiani. Non è stato un cammino semplice. Sino al 2017, infatti, la Commissione di controllo, nei confronti delle frodi online, aveva armi spuntatissime. Anche nei confronti dei più plateali e irridenti tentativi di frode al risparmio attraverso il web, i suoi poteri di intervento si limitavano alla divulgazione di blandi warning nei confronti degli intermediari on line non autorizzati a operare. Il tutto in un “ambiente” in cui i siti pirata si moltiplicavano a centinaia, in origine con società incardinate a Cipro e a Malta e poi trasferite alle Grenadines, alle Isole Marshall e in una situazione di sostanziale anomia.

 Nel 2018, con il recepimento della Mifid 2 e i conseguenti aggiornamenti del Testo unico della Finanza (il decreto 58/98) le sue facoltà di intervento si sono rafforzate grazie all’introduzione dell’articolo 7 octies che recita «La Consob può, nei confronti di chiunque offre o svolge servizi o attività di investimento tramite la rete internet senza esservi abilitato ai sensi del presente decreto: a) rendere pubblica, anche in via cautelare, la circostanza che il soggetto non è autorizzato allo svolgimento delle attività indicate dall'articolo 1, comma 5; b) ordinare di porre termine alla violazione».

Poco ma meglio di niente. E infatti lo stesso anno dell’introduzione di questa nuova norma la Consob ha provveduto a 184 ordini di cessazione delle attività, anche se (va detto) i siti internet corsari si presentavano spesso dopo soli pochi giorni dall’ordine con una veste diversa, un nome diverso e un’altra società traslocata in altri Stati esotici. Non poteva però agire direttamente per imporre la loro chiusura senza un’esplicita denuncia all’Autorità giudiziaria. Cosa che richiede tempistiche più lunghe, poco adatte alla rapidità d’intervento che il mondo telematico impone alle autorità di vigilanza.

Con il decreto crescita anche questo vincolo è stato eliminato. Ora la Consob ha il potere di ordinare l’oscuramento dei siti ai gestori delle reti di Telecomunicazioni. E lo ha fatto.

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