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Tolto il bitcoin, che fa partita a sé, non si è mosso nulla sul mercato valutario principale questa settimana. I movimenti a rialzo più significativi sono stati quelli sul dollaro/rupia indiana e dollaro/ dollaro sudafricano; e si sta parlando rispettivamente di +1,21% e 1,08%. Tutto il resto, delle 40 maggiori coppie valutarie del mondo, ha registrato una performance settimanale, a rialzo o a ribasso, inferiore del punto percentuale. Praticamente un'ottava in stallo. Non che ci sia nulla di male, una settimana di bassa volatilità, per tirare il fiato dopo i movimenti della settimana scorsa. La scarsa propensione ad intervenire sui mercati Valutari, da parte degli operatori, è dovuta al fatto che vi siano numerosi partite aperte che prima o poi dovranno essere affrontate.Di mezzo, gira che ti rigira, a fare da grimaldello a possibili movimenti c'è sempre il dollaro. A breve, ci sarà infatti da valutare la riforma fiscale di Trump e la politica monetaria della Federal Reserve, e del nuovo governatore in pectore Powell. Vista l”incertezza generale della situazione, gli operatori non hanno nessuna intenzione di anticipare le proprie mosse. Prima si vuol vedere che succede e poi s'investirà di conseguenza. Così l°euro/dollaro ad esempio si muove all'interno di un trading range compreso tra il supporto di 1,1570 dollari e la resistenza di 1,1690 dollari. Rotto il livello inferiore si va dritti a 1,15 dollari per poi eventualmente estendere la discesa fino a 1,14 dollari dove si andrebbe a ri-tedistare un'interessante trend line discendente, partita con i minimi di novembre 2008 a 1,25 dollari.
Questa linea di tendenza, formata con l”unione dell'altro minimo relativo segnato nel luglio del 2012 a 1,21 dollari, ha funzionato come supporto dinamico fino a metà gennaio 2015, quando venne rotta (a ridosso di 1,18 dollari) e divenne di conseguenza una resistenza dinamica. A testimoniarlo ci sono i due picchi rialzisti che l”euro/dollaro registro il 24 agosto 2015 e il 3 maggio 2016, che vennero fermati rispettivamente a 1,1708 dollari a 1,1615 dollari, proprio con l'incrocio quasi al tick con questa resistenza.
Il 14 luglio 2017 tuttavia, liex supporto, diventato resistenza, è tornato ad essere un supporto dopo la rottura rialzista di 1,1440 dollari. Un continuo avvicendamento che rende interessante l'ipotesi di un ritorno dell'euro/dollaro a ritestare questa linea, con punto d'incrocio appunto a 13,90/1,14 dollari.
Nel caso invece di rottura rialzista del limite superiore del trading range, oltre 1,1690 dollari, il cambio potrebbe spingersi fino alla media mobile a 21 giorni che gravita poco sotto 1,1720 dollari dove si trova una resistenza dinamica di brevissimo, rotta la quale si va sui massimi di ottobre a 1,1880 dollari. Il vero target rialzista tuttavia, si trova 1,1950 dollari, dove si andrebbe a testare una resistenza dinamica, questa volta di medio termine, partita con il massimo dell'8 maggio 2014.
Tornando alle performance settimanali sui cambi principali da segnalare solo la sterlina che guadagna sul dollaro soltanto per una questione tecnica, dovuta alla rottura rialzista di un triangolo che si stava sviluppando dall'inizio di novembre. La rottura ha prodotto un accelerazione rialzista nell'ultima seduta dell'ottava che ha portato il cable a chiudere poco sopra 1,32 dollari. Probabile ritorno su 1,31 dollari nella prossima settimana, in attesa che succeda qualcosa per smuoversi un po'.
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