lunedì 8 maggio 2017

Le tasse sui gudagni del Forex - dichiarazione fiscale 2017

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Dal 2 maggio 2017 è possibile confermare la dichiarazione fiscale precompilata sul sito dell'Agenzia delle Entrate. Si apre così il consueto periodo fiscale in cui gli italiani sono impegnati tra 730, detrazioni fiscali di vario genere e calcoli del reddito imponibile.

Se hai un conto trading con intermediari del Forex o in opzioni binarie, sei chiamato a dichiarare i guadagni o le perdite delle tue operazioni. Non solo! Siccome in genere i brokers forex hanno sede all'estero, devi fare la dichiarazione per il monitoraggio fiscale e l'Ivafe (riquadro RW del modello Unico, da quest'anno chiamato modello Redditi PF).
Vediamo di seguito quali sono i principali obblighi fiscali per chi fa trading sul Forex, che sia o meno con un intermediario estero.

Come dichiarare e quanto sono tassati i guadagni del Forex

Le operazioni su Forex (incluso Cfd o altri derivati) e tramite opzioni binarie, seguono le norme della tassazione dei guadagni finanziari. I guadagni, definiti plusvalenze o capital gains, vanno dichiarati nel nuovo Modello Redditi utilizzando il quadro RT. 
Essendo in genere in regime dichiarativo, spetta a te fare i calcoli e inserire i dati in dichiarazione. 
Attenzione: raccomandiamo di dichiarare anche le perdite (minusvalenze) in quanto se non le dichiari non potrai recuperarle compensandole con i successivi guadagni.
Sui guadagni poi devi pagare il 26% di tasse da versare secondo le modalità e i tempi previsti dalla legge. 

Se poi dal conto hai ottenuto interessi o dividendi, questi vanno dichiarati nel quadro RM (a meno che opti per la tassazione tradizionale tramite aliquote Irpef). 

Trading tramite broker estero

Se operi, come nel 99% dei casi, tramite un broker forex non italiano (non conta se è autorizzato ad operare in Italia, quello che conta è la sede legale in Italia, che praticamente nessuno degli intermediari più noti ha) devi inoltre rispettare gli obblighi del monitoraggio fiscale in tema di capitali all'estero.

Devi quindi compilare il riquadro RW per inserire i dati dei saldi del conto trading e delle varie attività finanziarie detenute. Su tale saldo poi devi versare l'Ivafe, praticamente un'imposta analoga al bollo sulle attività finanziarie detenute in Italia (pari allo 0.20% dei saldi). Ricordo che il conto trading non è assimilabile ad un conto corrente su cui vige l'imposta di bollo fissa di 34,2 euro al ricorrere di determinate condizioni.

Queste sono le regole base per evitare problemi con il fisco italiano. Non pensare di fare il furbo o di cavartela: dal 2017 sono entrati in vigore gli accordi internazionali Ocse, per cui gli intermediari finanziari esteri sono tenuti a inviare la lista dei clienti italiani all'Agenzia delle Entrate. Non c'è quindi possibilità di nascondere i tuoi capitali e investimenti all'estero, e le sanzioni sono molto pesanti.

Se vuoi sapere tutti i dettagli per fare la dichiarazione e non sbagliare, puoi seguire questa guida sulle tasse del Forex.

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