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Per capire come sono tassati i Bitcoin (vale 15.600 dollari,13.235 euro) bisogna innanzitutto capire che cosa sono per il fisco. Un software? Un bene immateriale? Una valuta estera?La domanda è stata posta esplicitamente all’Agenzia delle entrate un anno e mezzo fa e questa ha risposto con la risoluzione 72E/ 2016. Qui l’Agenzia delle entrate dice: la legge per ora non ha definito che cosa siano Bitcoin e criptovalute, quindi bisogna prendere per buono quello che dice la Corte di giustizia europea nella sentenza del 22 ottobre 2015, causa C-264/14 per cui gli scambi di valute virtuali costituiscono operazioni finanziarie in quanto tali valute siano state accettate dalle parti di una transazione quale mezzo di pagamento alternativo ai mezzi di pagamento legali e non abbiano altre finalità oltre a quella di un mezzo di pagamento.
In soldoni il Bitcoin è una valuta, ancorché non tradizionale. E la conclusione che ne trae l’Agenzia delle entrate è: per quanto riguarda la tassazione ai fini delle imposte sul reddito di […] persone fisiche che detengono i Bitcoin al di fuori dell’attività d’impresa, si ricorda che le operazioni a pronti (acquisti e vendite) di valuta non generano redditi imponibili mancando la finalità speculativa.
Bene, tutto facile? No! L’Agenzia delle entrate usa il gerundio “mancando” che qualcuno interpreta come un “poiché manca” e qualcun altro con un “quando manca”. E queste due diverse letture portano a due possibilità diverse.
Nel primo caso (poiché manca) la compravendita dei Bitcoin non è imponibile, e stop, nel secondo caso (quando manca) è imponibile quando è per attività di investimento (che poi, siamo onesti, è il principale motivo per cui oggi uno si compra i Bitcoin). In questo caso i guadagni (prezzo di vendita, meno costo di acquisto) ottenuti coi Bitcoin e le altre criptovalute pagano il 26% di tasse e vanno senz’altro dichiarati nel quadro RT del modello Unico.
Attenzione, poi, c’è un’altra questione che riguarda il monitoraggio fiscale dei Bitcoin che hai (quelli che hai comprato senza averli ancora venduti). Qui la situazione è ancora meno chiara. La legge italiana non prevede che tu debba dichiarare i soldi che hai sotto il materasso. Per cui in teoria potresti non essere tenuto a dichiarare i Bitcoin che hai nel wallet che ti sei scaricato sul tuo PC. Ma se il tuo wallet è online? Dove sta? Su un server all’estero? Questo problema è aperto. In teoria per il fisco devi dichiarare le attività finanziarie che detieni all’estero nel quadro RW. Quindi va dichiarato.
Ma i mezzi di pagamento per il Testo unico della finanza non sono da considerarsi attività finanziarie. Se il BitCoin in quanto valuta è solo un mezzo di pagamento non va dichiarato. Però c’è anche la normativa doganale che specifica che se porti all'estero più di 10.000 euro in contanti li devi dichiarare in dogana. Tu dirai: ma io li ho comprati con carta di credito, non in contanti, e non li sto portando all'estero, che c’entra? Ci dice una cosa: l’intenzione del legislatore di controllarti. Pertanto se dichiarare o no i Bitcoin è una questione aperta, ma la dichiarazione presto potrebbe essere benvenuta (e già sott'occhio per il riciclaggio).
Per altre informazioni, leggi la guida sulla tassazione dei capitali all'estero.
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