venerdì 4 ottobre 2013

Previsioni Forex su euro, dollaro e corona norvegese

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La conferma dei piani di stimolo all’economia da parte della Fed ha spinto verso il basso il dollaro statunitense. I commenti successivi al FOMC hanno, ad ogni, modo limitato le perdite del biglietto verde. Alcuni esponenti dell’Autorità hanno, infatti, già dichiarato che la riduzione dei programmi di quantitative easing potrebbe avvenire ad ottobre, facendo emergere una divisione del board riguardo alla futura politica monetaria negli USA.

D’altro canto, i segnali provenienti dallo scenario macroeconomico sono risultati nel complesso positivi, con le statistiche sulla vendita di case esistenti e l’indice Fed di Philadelphia che si sono posizionati su livelli superiori alle stime, mentre le richieste di sussidi di disoccupazione sono cresciute meno del previsto. Il Dollar index, ha così ceduto lo 0.7%, ma il recupero delle sedute più recenti hanno permesso di raggiungere una quotazione superiore alla media mobile settimanale. Il biglietto verde è riuscito, però, ad appezzarsi solo nei confronti di dollaro canadese e corona norvegese.

Euro forte grazie a Fed e BCE

L’euro ha tratto particolare vantaggio dalla conferma dei programmi di allentamento quantitativo da parte della Fed, che ha favorito gli acquisti verso le valute a più alto rendimento. I rialzi sono stati sostenuti anche dalla conferma dell’espansione dei settori manifatturiero e dei servizi, come evidenziato dagli indicatori preliminari PMI dell’Area euro. Maggiori guadagni sono stati frenati dall’orientamento ancora espansivo della BCE, come confermato dalle parole di Draghi nella testimonianza davanti alla Commissione per gli Affari economici e monetari del Parlamento europeo.

A dettare ulteriori pressioni ribassiste è stata la lettura sotto le attese dell’indice IFO in Germania. Sulla valuta comunitaria pesa, inoltre, l’incertezza circa i tempi della trattativa in Germania per la formazione di un nuovo Esecutivo dopo le elezioni del weekend che hanno ad ogni modo visto la netta vittoria del Partito della Merkel. In generale, la moneta unica ha guadagnato terreno rispetto alla quasi totalità delle altre monete di riferimento, con le eccezioni di franco svizzero e corona svedese. In particolare, il rapporto EUR/USD ha recuperato quasi l’1.0% ma chiudendo la settimana al di sotto dei massimi relativi raggiunti sopra quota 1.35.

Debole la corona norvegese

Infine, si pone in evidenza la marcata debolezza della corona norvegese nonostante al termine del meeting di politica monetaria la Banca centrale abbia indicato un primo rialzo dei tassi di riferimento nell’estate del 2014, in seguito a pressioni inflazionistiche maggiori e al surriscaldamento del mercato del credito in Norvegia. La view fornita precedentemente suggeriva un intervento verso la fine del prossimo anno.

A pesare sulla valuta scandinava è stata, tuttavia, la mancanza di indicazioni contrarie rispetto a quanto dichiarato nella riunione di giugno, quando l’Autorità aveva ammonito i mercati che non avrebbe tollerato un rafforzamento della valuta, mentre recentemente la Svezia, solitamente allineata alla Norvegia, aveva annunciato che il cambio della propria moneta risultava coerente con il tasso di crescita dell’economia. Pressioni ribassiste sono state, altresì, determinate dalla flessione delle quotazioni del Brent.

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