lunedì 28 ottobre 2013

Euro oltre 1,40 sul dollaro? Le previsioni degli esperti

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Settimana caratterizzata da forte volatilità e volumi molto alti sulla coppia euro/dollaro, specie nelle giornate di martedì e di giovedì scorso quando sono stati ritoccati i massimi degli ultimi due anni. Le tensioni sono arrivate con la ripresa della pubblicazione dei dati Usa dopo le due settimane di stop, causa shutdown, che avevano interrotto il monitoraggio sul mercato del lavoro. Prima il Non Farm Payroll e poi i sussidi di disoccupazione hanno mostrato l’enorme difficoltà del mercato a riprendere una solidità strutturale.
Gli operatori si sono così convinti che difficilmente la Fed potrà mettere mano al proprio programma di quantitative easing prima dell’inizio del 2004. Sul cotè europeo invece, interessanti considerazioni sono arrivate dal lussemburghese Yves Mersch, membro dell’esecutivo dell’istituto di Francoforte, secondo cui la Bce vede segnali di miglioramento nel finanziamento delle banche e quindi potrebbe non dovere mettere in atto ulteriori misure di stimolo.

«Tutte le opzioni sono aperte e abbiamo una cassetta degli attrezzi molto ampia» ha spiegato Mersch in conferenza stampa, «dobbiamo continuare a monitorare la situazione da molto vicino. Tuttavia, come banca centrale, non siamo con le spalle al muro». Traduzione? L’euro si può ancora apprezzare.
Una dichiarazione che stona con il fatto che il settore bancario cipriota vedrà l’anno prossimo un aggravarsi delle perdite legato al deterioramento del ciclo e all’aumento delle sofferenze. Nel corso di un’audizione parlamentare Panicos Demetriades ha aggiunto che la contrazione del Pil di quest’anno potrebbe essere meno pronunciata dell’8,7% previsto dai creditori internazionali.

Tecnicamente non c’è nulla che può fermare il rialzo della moneta unica fino a quota 1,40 contro dollaro, per poi eventualmente andare verso il massimo relativo di 1,42. Tuttavia, ora bisogna fare attenzione. Quando sembra tutto ben definito è lì che succedono le cose più importanti: «sto sentendo troppe persone che mi danno il target di 1,40 dollari», spiega un operatore valutario, «e quando succede questo è ora di andare contro». E dunque, per un’eventualità ribassista il primo livello da monitorare è quota 1,3741. Molto più battuto è però il livello di 1,3650, che risulta il supporto da rompere per cominciare una fase di alleggerimento.

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