lunedì 10 luglio 2017

Come scegliere il migliore broker sul forex

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La prima regola di ogni investimento è quella di conoscere il mercato al quale ci si approccia. Il fatto che molti investitori perdano soldi non significa che i mercati finanziari di per sé siano malefici. Vuol dire piuttosto che vengono affrontati con sufficienza. Una superficialità spesso alimentata dalla prospettiva di facili guadagni come accade nel forex (si veda l’articolo a pagina 5). Il mondo delle valute è il mercato più importante a livello globale, con 5.100 miliardi di dollari di scambi al giorno.
Negli ultimi 20 anni questo mercato non regolamentato (si veda altro pezzo in pagina) si è progressivamente aperto anche ai privati e oggi bastano 100 euro e un conto con un broker per scambiare tutte le divise del mondo. Ma le controparti principali restano ancora grandi banche e istituzioni finanziarie.

 «I broker - spiega Saverio Berlinzani, forex trader - sono o market maker o market place: nel primo caso fanno il prezzo per l’investitore mentre nel secondo caso passano gli ordini a mercato. Non ci sono differenze sostanziali tra le due formule per i clienti. Soprattutto oggi in un mercato molto competitivo i market maker evitano di adottare soluzioni contro il cliente mentre i market place, durante il crollo del franco svizzero a inizio 2015 ad esempio, hanno fatto perdere più soldi perché il mercato è rimasto illiquido».

Il grande interesse per il forex è collegato all’ampia leva finanziaria (fino a 400 volte) che può essere usata. La leva è la capacità di amplificare i valori di un prodotto sottostante. Le valute sono di base poco volatili, ma con la leva possono divenire incontrollabili. In caso di leva 10 con un margine di 100 euro posso ottenere ad esempio un’esposizione a un investimento da 1.000 euro su euro-dollaro. Amplificato fino a 400 diventa una vera scommessa, dove una piccolissima oscillazione del cambio può farmi perdere il capitale investito e oltre (se non scattano gli stop automatici che i principali broker prevedono). La scelta della leva è soggettiva, ma già una leva superiore a 10 è molto impegnativa.

Proprio su questo punto nei mesi scorsi Consob ha lanciato un avvertimento che interessa due degli strumenti più diffusi nel mondo delle valute: il rolling spot forex e i Cfd (Contract for difference), questi ultimi sono sicuramente più utilizzati negli ultimi tempi. La Consob invita poi gli investitori ad accertarsi sempre che il soggetto offerente sia autorizzato ad operare in Italia. Un passaggio chiave visto che in ultima istanza il contratto che il risparmiatore instaura vede sempre il broker come controparte.

Un punto su cui insiste anche Gian Paolo Bazzani. «La regola per l’investitore - sottolinea Bazzani - è negoziare su strumenti che comprende, altrimenti è importante avvalersi della consulenza e della formazione che gli stessi broker offrono. Deve tarare la leva in base alla propensione al rischio e utilizzare broker autorizzati dalla vigilanza». I principali broker che operano in Italia e che rispettano le regole hanno tutto l’interesse a denunciare non solo soggetti sospetti, ma anche pratiche discutibili.

«In qualità di presidente di Assoforex cfd, l’associazione dei broker attivi in questo settore - continua Bazzani - proseguiamo la battaglia contro le pubblicità ingannevoli relative ai facili guadagni nel trading e già alcuni risultati sono stati raggiunti». Il punto centrale è sempre l’uso che viene fatto degli strumenti. Per accedere al forex con piccole somme infatti non ci sono molte alternative (oltre a Etn e certificati) e i Cfd sono scelti spesso per l’elevato effetto leva. «Il piccolo investitore - conclude Bazzani - che non ha grandi somme da investire, passa tramite il canale del market maker il cui ruolo è quello di assumersi il rischio di quotare un prezzo a due vie, denaro e lettera contemporaneamente e di fornire liquidità al cliente. Il guadagno del broker è sullo spread tra proposte in denaro (ask) e lettera (bid)».

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