lunedì 14 novembre 2016

La sterlina inglese torna a salire. Previsioni sul cambio

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Si rimescolano le carte per la sterlina. La moneta inglese questa settimana è stata sotto la lente dei forex trader per la sentenza dell’Alta Corte inglese, che ha rimandato la decisione sulla Brexit al Parlamento inglese togliendola di fatto al governo. Il cable ha subito reagito alla notizia ridando forza a una sterlina che si stava avvicinando pericolosamente ai minimi di lungo periodo. Nell’arco di due sedute il cambio sterlina contro dollaro è infatti risalito da 1,22 dollari alla chiusura settimanale di 1,2530 dollari. Tecnicamente, per le prossime sedute, potrebbe esserci un ulteriore allungo finanche il target di 1,2850 dollari. Tale livello rappresentava il supporto (ora resistenza) infranto con il famoso flash crash d’inizio ottobre scorso.

La situazione è tuttavia in evoluzione e risulta piuttosto difficile dare con certezza livelli di target. La decisione infatti rischia di alimentare un prolungato dibattito in un parlamento che a stragrande maggioranza è contro la Brexit. I parlamentari inoltre potrebbero voler conoscere in anticipo la strategia negoziale di Theresa May e cercare di mantenere un legame più stretto con l’Europa prima di dare il via libera all’articolo 50. Il premier May vuole tuttavia evitare qualsiasi interruzione al suo programma di uscita dall’Unione Europea ed ha tentato la carta dell’appello presso la Corte Suprema (che dovrebbe pronunciarsi tra il 7 e l’8 dicembre), ma un ribaltamento del verdetto non è affatto scontato.

In tutto questo trambusto, l’unica certezza è la banca centrale inglese guidata da Mark Carney. Il governatore canadese, alla guida dell’istituzione finanziaria britannica, ha perfino deciso di allungare il suo mandato di un anno (fino al 2019) per poter gestire interamente la transizione della Brexit senza creare tensioni da un eventuale avvicendamento di poltrone in un momento molto delicato. Il mandato di Carney originariamente scadeva nel 2018, ma aveva un’opzione per prolungarlo fino al 2021. Il governatore qualche tempo fa però aveva annunciato di non voler esercitare l’opzione fino al 2021 per poter tornare dalla sua famiglia in Canada, tuttavia, con l’esito della Brexit ha dovuto trovare una via di mezzo. Oltre alla dedizione, a Carney, sono universalmente riconosciute una competenza e una sensibilità economica sopra la media, come ha ulteriormente dimostrato con la decisione di questa settimana di mantenere invariati i tassi d’interesse allo 0,25% e il programma di Quantitative easing.

La BoE si era dimostrata pronta dopo l’esito del referendum Brexit, tagliando dello 0,25% il tasso. Esiste però una variabile che potrebbe rendere la vita del governatore piuttosto difficile: l’inflazione. Il comitato di politica monetaria ha fatto capire che, dopo il taglio dei tassi varato ad agosto, non programma altri tagli del costo del denaro per quest’anno ma che anzi i timori per un’accelerazione dell’inflazione potrebbero «ad un certo punto» supportare la prospettiva di una stretta monetaria. Secondo le previsioni della BoE, l’aumento dei prezzi potrebbe triplicare al 2,7% entro la fine del 2017 e salire del 2,8% nel 2018. Secondo le previsioni del National Institute for Economics anda Social Research (Niesr) invece, l’inflazione salirà dallo 0,7 al 4% l’anno prossimo, con il picco massimo che verrà raggiunto nella seconda metà dell’anno prossimo.

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