lunedì 1 luglio 2019

Previsioni franco svizzero per l'estate 2019

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Come spesso accade nei periodi di tensione, il franco svizzero torna a farsi sentire. Come si può notare dall’andamento dell’euro/franco, la continua discesa del cambio, rispetto ai massimi relativi d’inizio maggio di 1,1425 franchi, rispecchia quasi fedelmente il crescendo dei timori sull’economia mondiale. Con la violazione ribassista del supporto statico a 1,1150 franchi, avvenuta nella seduta del 20 giugno scorso, l’ipotesi di un’ulteriore corsa al franco si rafforza. Da segnalare che dopo la rottura ribassista e il conseguente movimento che ha portato al minimo del 25 giugno a 1,1060 franchi, il cambio è ripartito al rialzo per andare a ritestare l’ex supporto, ora diventato resistenza, a 1,1150 franchi.

Questa configurazione è tipica dell’inizio di una fase ribassista. Solo un’inversione, con ritorno sopra la resistenza di 1,1150 franchi, annullerebbe la possibile fase discendente. I forex trader si stanno comunque fregando le mani perché l’attuale impostazione permette un’operatività con il rapporto rischio e rendimento abbastanza contenuto. Supponendo un’entrata short intorno ai prezzi della chiusura settimanale a 1,11 franchi, lo stop loss sull’euro/franco va messo, come anticipato, sopra la resistenza di 1,1150 franchi. Gli obiettivi sono però molto interessanti. Il primo risulta essere in area 1,1060 franchi, sui minimi dell’ottava appena passata, mentre il secondo è in area 1,0980 franchi, in corrispondenza dei massimi relativi del 10 maggio 2017.

Il vero obiettivo però si trova a 1,0826 franchi, sui minimi di giugno 2017. Per operare bisogna essere ben consapevoli che si sta andando contro il volere della banca centrale svizzera che potrebbe attuare qualche manovra eccezionale da un giorno all’altro per tentare di fermare il rafforzamento della propria moneta. Durante la scorsa riunione del board della Bns (Banque National Suisse), avvenuta il 13 giugno scorso, alcuni segnali sono infatti arrivati in tal senso. La banca centrale ha infatti ribadito la propria disponibilità a intervenire se necessario sul mercato dei cambi, considerando la situazione valutaria complessiva. Bisognerà poi vedere gli effetti dell’introduzione del nuovo tasso guida che sostituisce il precedente calcolato come obiettivo per il Libor a tre mesi.

Secondo il governatore Thomas Jordan, tale cambio risiede nella mancanza di garanzie sul futuro del Libor. Il volume di operazioni del mercato monetario su cui si basa il Libor si è fortemente contratto e quindi anche la sua base di calcolo è stata messa in discussione. «Dato che la nostra politica monetaria ha un orientamento di medio termine abbiamo deciso di adeguare già ora la nostra strategia» ha spiegato Jordan. Nello specifico, le previsione di inflazione si sono sempre basate sull’assunto di un tasso di interesse invariato lungo l’intero periodo considerato, pari a tre anni. L’attuale previsione si estende quindi per la prima volta oltre la fine del 2021. La politica monetaria della banca centrale rimarrà dunque accomodante ancora per molto tempo con la possibilità di ulteriori misure eccezionali, come dichiarato dal governatore.

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