domenica 10 febbraio 2019

Previsioni euro, dollaro, yen, sterlina e corona per il 2019

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Il Dollar Index ha registrato un leggero rialzo nelle ultime due settimane. Il biglietto verde sta ritrovando progressivamente vigore dopo aver scontato sia i timori per un rallentamento della crescita interna sia la svolta dowish della Fed che nel comunicato dell’ultimo meeting di gennaio non ha più fatto riferimento ai prossimi rialzi dei tassi. A riattivare l’appeal per il biglietto verde è stata anche la distensione delle relazioni tra Washington e Pechino per la guerra commerciale ed il proseguimento delle trattative della commissione bipartisan per trovare un accordo sulle leggi di spesa che hanno causato lo shutdown più lungo della storia.

L’euro ha perso terreno rispetto al dollaro statunitense subendo i deboli dati macroeconomici che hanno fatto crescere i timori in merito ad un rallentamento della crescita dell’Eurozona. A tal proposito, la seconda stima del PMI composito ha visto scendere gli indici di Italia e Francia sotto la soglia fatidica di 50, mentre le vendite al dettaglio dell’Area euro a dicembre hanno corretto più delle attese. Sul fronte monetario, dall’ultimo meeting della BCE, non sono giunte indicazioni in merito alla possibilità del lancio di un nuovo TLTRO ma da Draghi ha confermato che la Banca è pronta ad utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per supportare la crescita in atto.

Lo yen, in qualità di asset rifugio alternativo, ha subito la ritrovata appetibilità del dollaro sulla scia delle buone prospettive per l’economia americana, supportate dai dati sull’occupazione. Durante il periodo considerato la sterlina ha registrato un deciso deprezzamento nei confronti sia del dollaro sia della moneta unica a causa delle incertezze sul fronte Brexit. La premier May incontrerà oggi a Bruxelles i presidenti della Commissione e del Consiglio EU che nei giorni scorsi non hanno lasciato spazio ad alcuna possibilità di rinegoziazione dell’accordo di uscita.

La corona svedese ha perso terreno nei confronti dell’euro nonostante la Riksbank sembri avere un orientamento maggiormente hawkish rispetto alla BCE. Nei giorni scorsi, infatti, il governatore Ingves ha affermato che le mosse di Francoforte verranno valutate con attenzione ma non esiste alcuna connessione che porti la Svezia a seguirle meccanicamente. Ad influire negativamente sul cambio, invece, sono stati alcuni recenti dati macro come nel caso dell’indice PMI e delle vendite al dettaglio.

Il dollaro australiano si è sensibilmente indebolito nei confronti dell’euro, a causa di alcuni deboli dati macro che hanno alimentato le attese di un possibile allentamento della politica monetaria. A riguardo, in seguito al meeting della Banca centrale di martedì scorso, il governatore Lowe ha dichiarato che si è discusso dell’ipotesi di un taglio dei tassi di riferimento se le condizioni economiche dovessero peggiorare, ma al momento il cash rate viene considerato su livelli adeguati.

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