lunedì 8 dicembre 2014

Previsioni 2015 su valute e materie prime

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COMMODITIES

Analizzando il mercato delle materie prime, si segnala la forte discesa degli ultimi cinque mesi – che ha vanificato il rialzo rilevato nella prima metà dell’anno – aggravata dall’attuale ribasso di novembre in cui le quotazioni hanno raggiunto i minimi da inizio anno. Tale andamento è confermato dall’indice CRB di riferimento, la cui performance è stabilmente in negativo nel 2014 (circa -4.0%), con un calo trimestrale del 6.9%; l’intonazione è avallata anche dalla tendenza discendente sulle medie mobili sino a sei mesi.

Le pressioni ribassiste rimangono legate al possibile rallentamento della crescita globale e alla conseguente riduzione per la domanda di commodities, anche a causa delle notizie provenienti dalla Cina che potrebbe volersi svincolare dall’eccessiva dipendenza dai settori export-oriented puntando maggiormente allo sviluppo dei consumi interni. In aggiunta, il costante vigore del dollaro americano disincentiva gli acquisti degli investitori non USA e l’economia giapponese ha mostrato una chiara debolezza scivolando, a sorpresa, in una nuova recessione. Per quanto riguarda le componenti principali, è forte ancora la contrazione del petrolio sia per i timori di una minore domanda al rallentare dell’economia mondiale sia per l’ampio output proveniente dagli Stati Uniti, in seguito all’utilizzo delle tecniche di shale oil.

Di contro, l’oro sta registrando un tentativo di recupero – in virtù della natura di hedging dall’inflazione – in virtù degli stimoli implementati da BoJ, Banca popolare della Cina e BCE; a ciò si somma l’evidenza di un incremento dell’export dalla Svizzera lo scorso mese per quanto concerne il mercato fisico, sulla maggiore richiesta proveniente da Cina e India.

VALUTE

Sul fronte dei cambi, il Dollar Index sta mettendo in luce nuovi massimi dall’inizio del 2014 grazie alla forza espressa dal biglietto verde USA nei confronti delle principali valute. L’apprezzamento, da un lato, ha fatto seguito alla decisione della Fed di mettere fine al piano di stimolo quantitativo, viste anche le prospettive espresse circa il consolidamento dell’economia statunitense. Di contro, la moneta unica europea sta subendo le pressioni ribassiste stimolate dalle speculazioni di nuove misure di allentamento quantitativo della BCE, come espresso in modo inequivocabile dal presidente Draghi che si è detto preoccupato per l’inflazione troppo bassa, da combattere con tutti gli strumenti a disposizione.

Nello stesso senso, si è registrata la decisione a sorpresa della Bank of Japan di espandere la base monetaria, incrementando anche -0.931054803 Il grafico mostra l'andamento ribasato a 100 al 31/12/2012 di DJ EuroStoxx50 (rosso), Indice CRB (blu) e DOLLAR Index (arancione). mostrando un recupero, come nel caso dell’Eurozona. Per l’equity di Tokio, risorse di base e ciclici evidenziano un balzo MtD superiore al 9.0%; viceversa, l’energy è l’unico comparto ancora negativo su tutti gli archi temporali, cui a novembre si è aggiunto il calo delle telecomunicazioni. Dal punto di vista grafico, gli indici settoriali MSCI delle tre aree geografiche evidenziano un incremento delle quotazioni che le ha condotte in una attuale fase di ipercomprato.

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